Raffaele on novembre 27th, 2012

Sul sole 24 ore esce la  classifica 2012 della qualità della vita. Napoli penultima, che fa tristezza. Però poi leggi quello che Erri de Luca scrisse sulla stessa classifica nel 2010, e ti fa un po’ meno brutto.

“Ignoro i criteri di valutazione ma dubito che siano adeguati allo scopo. C’è qualità di vita in una città che vive anche di notte, con bar, negozi, locali aperti e frequentati, a differenza di molte città che alle nove di sera sono deserte senza coprifuoco. Considero qualità della vita poter mangiare ovunque cose squisite e semplici a prezzi bassi, che altrove sarebbero irreali. Considero qualità della vita il mare che si aggira nella stanza del golfo tra Capri, Sorrento e Posillipo. Considero qualità della vita il vento che spazza il golfo dai quattro punti cardinali e fa l’aria leggera. Considero qualità della vita l’eccellenza del caffè napoletano e della pizza. Considero qualità di vita la cortesia e il sorriso entrando in un negozio, la musica per strada. Considero qualità della vita la storia che affiora dappertutto. Considero qualità della vita la geografia che consola a prima vista, e considero qualità della vita l’ironia diffusa che permette di accogliere queste graduatorie con un “Ma faciteme ‘o piacere”.
Per consiglio, nelle prossime statistiche eliminate Napoli, è troppo fuori scala, esagerata, per poterla misurare.”

Raffaele on novembre 21st, 2012

….. ed è qualcosa da cui non puoi scappare. Il mare. Il mare incanta, il mare uccide, commuove, spaventa, fa anche ridere, alle volte, sparisce ogni tanto, si traveste da lago,oppure costruisce tempeste, divora navi, regala ricchezze, non da risposte, è saggio, è dolce, è potente, è imprevedibile.
Ma soprattutto il mare chiama. Non fa altro in fondo che questo: chiama.
Non smette mai, ti entra dentro, ce l’hai addosso, è te che vuole.
Puoi anche far finta di niente, ma non serve. Continuerà a chiamarti.
Questo mare che vedi e tutti gli altri che non vedrai, ma che ci saranno, sempre in agguato, pazienti, un passo oltre la tua vita.
Instancabilmente li sentirai chiamare.
Senza spiegare nulla, senza dirti dove, ci sarà sempre un mare, che ti chiamerà.

Raffaele on novembre 18th, 2012

seduto placidamente per terra con le gambe incrociate e lo sguardo fisso, e davanti a te diverse strade, corridoi di cui non scorgi la fine, lo sguardo si alza verso le nuvole in riunione e nell’infinito cielo tenta di ascoltare la risposta..

riportando il tuo sguardo alla terra tenti d’escogitare un piano con un ramoscello caduto

ma sei immerso in un silenzio che dona pace e allora ritorni a guardare dritto di fronte a te e l’unica sensazione che provi è un’esplosione..curiosità..

potebbero insegnarti un modo per esplorare..potrebbero insegnarti a non abbandonare la tua immaginazione, potrebbero insegnarti che essere curioso ti rende vivo…e non per questo un folle sbandato senza meta..anzi..

ma non so perche si ostinano a dirti che devi prendere una sola strada, incaponirti, e se sbagli vai col senso di colpa, e non fanno altro che dirti che è questo che significa crescere..

e ancora non ho compreso la fonte di questa assurda diceria..come puoi crescere se ogni anno in più fai morire un po di te..

potrebbero insegnarti a non arrenderti, potrebbero insegnarti che la curiosità verso quei tanti corridoi può essere soddisfatta, potrebbero mostrarti come uno sguardo brilla quando si sente vivo e non oppresso costantemente,

potrebbero..

ma l’immaginazione è potente perche rende le persone curiose e la curiosita è potente

e il potere spesso terrorizza.

quale strada scegliere?quale quella giusta?

bisogna essere curiosi, bisogna provare, scoprire, esplorare, credo ad oggi che trovare la risposta non sia l’obiettivo ma il percorso..

ti alzi e fischiettando ti infili in uno dei diversi corridoi e l’unica cosa che sai è che stai andando avanti fiero e col sorriso di chi stranamente sa che ciò che sta facendo quasi sicuramente lo lascerà soddisfatto..

Raffaele on novembre 13th, 2012

È noto che i sentimenti si formano negli angoli. Ogni volta che due semirette si incontrano in un punto, che è la loro origine comune, esse determinano uno spazio che è il luogo in cui si concentrano bisogni, speranze, desideri.
In base alla ampiezza dell’angolo, si classificano diverse tipologie sentimentali.

Amori angolo acuto: sono compresi tra due semirette la cui distanza è minore di 90°. Sono amori brevi ma densi, che si accontentano di spazi stretti, sono gli amori clandestini, strizzati nelle camere d’albergo, gli amori adolescenti, nascosti dentro la cameretta quando la casa è vuota, gli amori non vissuti o solamente immaginati, che iniziano alla fermata d’autobus, nell’ora del ritorno, verso sera, e terminano al capolinea, quando l’oggetto di questo breve amore si rialza il bavero del cappotto, scende dal predellino e si perde nei vicoli di un’altra vita, che non è la tua.
Amori angolo retto: hanno un’ampiezza di 90°. Sono gli amori stabili, amori spalle larghe, che non c’è tempo per pensare, amori sotto le bombe, amori in sala parto, amori a schiena dritta, tirare avanti e non guardarsi intorno, amori spalla a spalla, fianco a fianco, per far tornare i conti, per far quadrare il tutto. L’amore angolo retto nella manutenzione degli affetti è il più complesso, quanta fatica per stare a raddrizzarlo, perché non perda di nemmeno un grado quella sua sobria stabilità, come uno stelo in mezzo al vento.

Amori angolo ottuso: sono maggiori di 90°. Amori larghi, amori a cuore aperto, che per amare a cuore aperto bisogna saper essere ottusi; amori poco intelligenti e senza armi, amori da romanzo, da soap opera, da fuitina, da balcone, da rinnegare il padre, da rifiutare il nome.

Amori angolo piatto, che portano impressa nella loro lineare monotonia l’orizzonte squadernato di un sole al tramonto. Amori così ottusi da fare il giro su se stessi e trasformarsi in amori angolo giro, che provano a convincersi di essere andati avanti, per ritrovarsi sempre al punto di partenza.

Raffaele on novembre 13th, 2012

Il cielo bianco annunciava un’alba senza colore. Il mattino presto è sempre silenzioso, ma solo certi silenzi sono sinonimi di assenza, altri sono ricchi di complicità.

Raffaele on novembre 11th, 2012

“No, non hai capito niente. Voglio che tu venga a vivere con me, e a morire con me, e tutto con me.”

V. Nabokov, Lolita

Che il passato sia il riscatto del presente e il presente non tema il futuro. Vogliamo credere alle coincidenze, al cerchio di un anello che fa incontrare caso e destino, pioggia, fulmini e arcobaleno, cielo e mare, sogni e palloncini che non scoppiano in volo(…

[Massimo Bisotti]

Raffaele on novembre 6th, 2012

Mi piace vedere la gente che si corre incontro, mi piacciono i baci e i pianti, amo l’impazienza, le storie che la bocca non riesce a raccontare abbastanza in fretta, le orecchie che non sono abbastanza grandi, gli occhi che non abbracciano tutto il cambiamento, mi piacciono gli abbracci, la ricomposizione, la fine della mancanza di qualcuno.

[Jonathan Safran Foer]

Raffaele on novembre 5th, 2012

Sarebbe bello se tu mi amassi.
Se tu mi chiamassi tra tre minuti esatti.
Se ti arrabbiassi a vedermi parlare con un altra.
Se ti preoccupassi quando fuori è buio e io non sono ancora tornato a casa.
Se ti sfogassi con me.
Se mi regalassi un libro.
Se mi scrivessi una lettera.
Se tu volessi andare a fare l’amore in macchina, stasera.
Se mi aspettassi sotto casa ogni domenica.

Se tu mi amassi.
Se ti piacessero i miei capelli.
Se mi prendessi in giro per la mia voce da bambino.
Se piangendo mi confessassi cosa non smetterà mai di farti male.
Se fossi l’unico di cui ti fidi davvero.
Se potessimo mangiare un gelato insieme sul letto.
Se potessimo ubriacarci insieme.
Se potessimo fare un figlio, o anche due, o magari tre.
Se ci prendessimo un cane e un gatto o tutti e due.

Se tu mi amassi.
Se i miei occhi ti incantassero.
Se la voglia del mio corpo ti tenesse sveglia.
Se tu volessi baciarmi ORA.
Se tu volessi cenare con me.
Se tu volessi svegliarti con me.
Se tu volessi prendere un aereo con me, un treno con me.
Se tu volessi camminare accanto a me.
Se tu volessi baciarmi a Natale.
Se tu volessi baciarmi l’8 di ottobre, il 5 di dicembre, il 6 di febbraio, il 12 di agosto.
Se tu volessi baciarmi sempre.
Se fossi il più piccoli, il più fragile ed il più dolce per te.
Se fossi il più grande, il più incantevole, il più forte per te.
Se ti stessi simpatico.
Se tu ridessi pensando a me.
Se capissi il mio passato.
Se potessimo andare in America.
Se potessimo andare in Australia.
Se potessimo restare in casa.
Se ti piacessero le mie ciglia.
Se ti piacessero le mie gambe.
Se ti piacesse quello che scrivo.
Se ti piacesse quello che dico.
Se ti piacesse quello che non dico.
Se ti piacesse vedermi invecchiare.
Se ti piacesse sentirmi cantare.
Se ti piacesse vedermi felice.

Se ti piacessi quanto tu piaci a me.
Sarebbe bello, non ho nemmeno un dubbio.

Raffaele on novembre 1st, 2012

… e se non si fosse capito… io adoro Meg!!!

Ti amo quando hai freddo e fuori ci sono 30 gradi.

Ti amo quando ci metti un’ora a ordinare un sandwich.

Amo la ruga che ti viene qui quando mi guardi come se fossi pazzo.

Mi piace che dopo una giornata passata con te sento ancora il tuo profumo sui miei golf, e sono felice che tu sia l’ultima persona con cui chiacchiero prima di addormentarmi la sera. 

E non è perché mi sento solo, e non è perché è la notte di capodanno.

Sono venuto stasera perché quando ti accorgi che vuoi passare il resto della vita con qualcuno, vuoi che il resto della vita cominci il più presto possibile.